La mia povera nonna la gh'aveva (Carlo Porta)    

 

Testo originale Traduzione

 

La mia povera nonna la gh'aveva
on vignoeu arent ai Pader Cappuscin;
el guardian ghe le benediseva:
i soeu fraa ghe beveven mezz el vin.

La nonna in del morì la me diseva:
Te lassi sto vignoeu, el mè Franzeschin;
s'el voeur bev el guardian lassa ch'el beva:
usellin tira a casa el porscellin.

Quand ecco tutt a on tratt Napoleon
el dà ona soppressada ai fratarij.
S'ciavo suo, sur vin, la protezion.

Credeva de fann pù nanch on boccaa:
inscambi mò hoo impienii tucc i vassij,
inscambi hoo bevuu anch quell che dava ai fraa.

Eppur in sti agn passaa
gh'avarev giugaa el coo che senza lor
no scusavem né nun né nost Signor!

(Versione italiana a cura di Dante Isella)

La mia povera nonna aveva
una piccola vigna accanto ai Padri Cappuccini;
il guardiano gliela benediceva:
i suoi frati le bevevano mezzo il vino.

La nonna nel morire mi diceva:
Ti lascio questa vignuola, Franceschino mio;
se il guardiano vuol bere lascia che beva:
uccellino tira a casa il porcellino.

Quand'ecco, tutt'a un tratto, Napoleone
dà una bella soppressatura alle fraterie.
Addio, signor vino, la protezione.

Credevo di non farne più neanche un boccale:
invece ora ho riempito tutte le botti,
invece ho bevuto anche quello che davo ai frati.

Eppure, in questi anni passati
ci avrei giocato la testa che senza di loro
non potevamo farcela né noi nè nostro Signore!

 

el guardian il padre guardiano, il superiore del convento
inscambi in cambio, invece
S'ciavo suo propriamente: schiavo suo, addio, amen
scusavem scusavamo, nel senso di "farne a meno"
   
soppressàda propriamente: il colpo del ferro da stiro, stiratura, ma è usato scherzosamente per la sua assonanza con "soppressione"
   
vassij plurale di "vassel", propriamente botte

Commento

Questo sonetto "caudato" risale probabilmente all'autunno del 1810, dopo la soppressione, per decreto napoleonico, dei conventi e degli ordini religiosi e affronta uno dei tanti aspetti sociali sconvolti e rinnovati, in quella fase di accelerati mutamenti politici.

Il proverbio "Usellin tira a casa el porscellin" (dona poco e avrai molto) che si legge nel sonetto non è, come dice Dante Isella e al pari di altri proverbi, come viene ritenuto, verità semplice e universale, eredità della «saggezza» antica, ma è invece veicolo di pregiudizi e conservazione, piccolo concentrato di ideologie retrive, «povera sapienza».

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