Roberto Marelli

 

Profilo biografico Opere

 

E' nato a Milano, al Carrobbio ed è stato battezzato nella parrocchia di San Lorenzo alle Colonne.

Ha recitato nella Compagnia del Teatro Gerolamo e ha lavorato con registi di prestigio. Porta in teatro, alla radio e alla televisione, il messaggio artistico denso di milanesità. Le sue interpretazioni hanno sempre riscosso l'unanime consenso del pubblico e della critica.
Con questa motivazione, nel 1988, l'Amministrazione Comunale di Milano gli ha conferito l'attestato di Benemerenza Civica.
Attore di prosa, cinema, radio, televisione e cabaret, ha lavorato con Peppino De Filippo, Patroni Griffi, Zurlini, Vancini, Pasquale Festa Campanile, Nino Besozzi, Blasetti, Tino Scotti, Strehler, gli svedesi Michael Meschke, Ingrid Thulin e tanti altri personaggi dello spettacolo.
Al Teatro Gerolamo di Milano, dove nelle ultime stagioni è stato prim'attore, ha scritto e ridotto, con Carletto Colombo, commedie di successo.
Giornalista pubblicista, per Rai Due "Noi in Lombardia" e Novaradio Milano, ha scritto e raccontato settimanalmente "Il Lunario Lombardo", una sua personale ricerca sulle tradizioni lombarde, che gli è valso nel 1989. da parte del Comune di Milano, l'Ambrogino d'oro.
Nel cinema ha partecipato a "La mano sul fucile", "Il delitto Matteotti", "Bingo Bongo", "Clandestini nella città", "Tentazioni metropolitane" e altri films.
Per Telenova ha ideato e condotto il programma "Storie di Lombardia";
ha partecipato a molti programmi per la Rai TV e la Fininvest dove, dall'ottobre 1990, è l'amico Arturo nella sit-com "Casa Vianello" con Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.
Socio effettivo, dal 2000, dell'Accademia del Dialetto Milanese, è stato "Meneghino" nel Carnevale Ambrosiano con la "Cecca" Wilma e Angelis.

Racconta lui stesso per La Milano della Memoria (pubblicazione del Comune di Milano del 2005): "Nel teatrino dell'oratorio ho cominciato ad awicinarmi al teatro di prosa, che anni dopo sarebbe diventata la mia vera professione; tutto per merito del nostro parroco, Don Giordano Miradoli che, considerandomi "on barabitt", (discolo), per tutte le marachelle che gli combinavo, cercava di frenare la mia esuberanza coinvolgendomi nelle recite parrocchiali: "Volendai", "Pinocchio", "Puccettino", "I ragazzi della via Paal" ecc. Miei compagni di palcoscenico erano, tra gli altri, Elio Cesari che sarebbe poi diventato noto come Tony Renis e i fratelli Gionchetta che in seguito avrebbero fatto i cantanti; in Piazzetta veniva a giocare Adriano Celentano (per noi "El Celenta") che, contrariamente a quello che si dice, la sua infanzia, fino ai primi successi, l'ha vissuta a San Lorenzo alle Colonne, abitando in via Cesare Correnti al numero sette. Gli amici con i quali legavo di più erano l'Enzo, il Carlino, l'Enea, l'Ercolino, el Milièto, el Giorgion e el Balin; con loro d'estate, in calzoncini e a piedi nudi, percorrevamo la lunga strada che dalla Piazzetta ci portava fino al Sassee per fare il bagno. II nostro mare era "el Sassee", un canale (ona ronsgia) che usciva dal Naviglio Grande all'altezza di via Filippo Argelati e passando vicino al Molino della Traversa arrivava in viale Romolo tra "el Palazzon" allora unico caseggiato a sei piani della zona, e il Sieroterapico; lì passava sotto al viale Cassala e poi, al di là della ferrovia, si perdeva nelle campagne di Moncucco. Dove ora c'è la stazione del Metrò Due di Romolo, a quel tempo c'era la nostra "piscina"; appena arrivati ci denudavamo per conservare le mutandine asciutte in modo che i nostri genitori non si accorgessero che eravamo andati a fare il bagno: santa ingenuità!
C'è un episodio che regolarmente si ripeteva in casa mia e in quella dei miei amici: tornato dal Sassee dove, come si diceva allora, ero andato "a nodaa contr'acqua", appena entravo in casa, mia nonna mi dava un'occhiata e poi partiva "cont ona sberla". Io chiedevo il perchè e lei diceva: "Sei andato a fare il bagno, sai che non voglio perchè ho paura che anneghi". Io ribattevo: "Come fai a saperlo?! E lei: "Te seet andaa foeura tutt mostolent e te vegnet a cà bell nett".
Fatti piu grandicelli e piu sicuri nel nuoto, sempre con la solita combriccola, andavamo in bicicletta a fare il bagno a Ronchetto sul Naviglio; poichè nel territorio di Milano era proibito bagnarsi nel naviglio, lasciavamo le biciclette e i vestiti appena dopo il dazio, sui prati dell'Alzaia Naviglio Grande, in località Robarello di Buccinasco, evitando così che i vigili urbani ce li sequestrassero! Un altro motivo di divertimento di noi monelli era questo; quando avvistavamo un barcone che, carico di sabbia, lentamente scendeva verso la Darsena, ci preparavamo sul ponte pedonale di Ronchetto, pronti a saltare sulla sabbia del barcone in transito, per poi buttarci subito in acqua non appena "el barchiroeu" (il barcaiolo) lasciava il timone e cercava di prenderci, smoccolando, perche gli avevamo scompigliato la sabbia che, a suo dire: "L'era cavezzada 'me ona proeusa de l'ort!" (era livellata come un'aiuola dell'orto). Arrivata "la stagione degli amori" facevo ancora a piedi da San Lorenzo fino in via Lombardini, per accompagnare il mio amico Enzo, innamorato di Maria Rosa, che nella via aveva un negozio di drogheria. E sapete dove si sono sposati l'Enzo e la Maria Rosa? Nella chiesa di San Cipriano, in via Carlo D'Adda, quando era ancora di legno e l'aveva fatta costruire Don Giordano Miradoli, aiutato dalle offerte dei fedeli, tra i quali c'era anche il pittore Orfelio Cesari, il papà di Tony Renis, che da Corso di Porta Ticinese si era spostato in Ripa con la famiglia. E chi ha celebrato le nozze di Enzo e Maria Rosa? Proprio il Don Dano, come lo chiamavamo noi, il parroco della nostra infanzia che, da San Lorenzo, era stato trasferito li!
Ora la chiesa è in muratura con annesso un bel teatro; all'ingresso vi è una lapide con bassorilievo, opera dello scultore Olivi.
Enzo Maria Rosa sono rimasti in zona, in via E. Ponti, vicino S. Rita, dove, in via Bari, per un anno ho abitato anch'io quando da Roma dove ero andato ad abitare con mia moglie, l'attrice Anna Goel, sono tornato a Milano, scritturato dalla Compagnia Stabile del teatro Milanese con Sede al Teatro Gerolamo di piazza Beccaria. Quell'esperienza ha cambiato la mia vita: entrato nell'ottobre 1971 come attor giovane nella commedia "La lengua de can"  ho concluso la mia partecipazione come primo attore nello Stabile Milanese, nel 1978; e qui mi preme completare la storia di questa gloriosa, indimenticata compagnia e del Teatro Gerolamo, in parte raccontata ne "La Milano della memoria" dedicate alla zona quattro.
Nell'autunno del 1969, Piero Mazzarella si è staccato dalla Compagnia Stabile per seguire una propria strada; il Direttore, Carletto Colombo, lo sostituisce con Lucio Flauto che resterà una stagione con la Milanese. L'anno seguente, con il felice debutto di una commedia di Valdi - Colombo: "Ciappa el tram balorda" con lo stesso Walter Valdi, entra in compagnia Sergio Renda che resterà al Gerolamo per quattro anni come primo attore. Durante gli anni della mia permanenza al Gerolamo divenni anche autore, debuttando con successo nel settembre 1972, con una commedia comica dal titolo "El fioeu di scires" portata anche nei vari Teatro Quartiere, che allora stavano nascendo. Furono anni straordinari in cui intervennero Tino Scotti, Milly, Nanni Svampa, che in diversi periodi si associarono al nucleo stabile formato da Elena Borgo, Giuliana Pogliani, Anna Priori, Leda Celani, Ada Minari, Iris De Santis, Sergio Renda, Carlo Montini, Ennio Groggia, Remo Varisco, Livio Acerbi, Sergio Noli, Claudio Maggioni, Roberto Marelli, Alberto Rossetti e altri attori che venivano scritturati dal direttore/regista Carletto Colombo e dai condirettori Pitta De Cecco e Franco Friggeri. Al Gerolamo, ancora come autore, rappresentai anche il grottesco "Ocio al colera" e la commedia "Chicchignola" di Ettore Petrolini, tradotta in milanese col titolo " Quell di ballonitt" da Carletto Colombo e da me che ne fui anche interprete nel ruolo che appartenne al grande Petrolini.
Nel settembre 1976, Carletto Colombo, traduce e porta in scena una commedia di Carlo Terron, alla quale, dietro mio suggerimento, fu dato il titolo milanese di: "Ciao farfall, se tira giò la cler!" - L'azione si svolgeva in una osteria di Ripa di Porta Ticinese, vicino al Ponte delle Milizie, il cavalcavia che da Viale Cassala passa sopra al Naviglio Grande per finire in via Carlo Troya. L'osteria era frequentata dalle protagoniste, due attempate ragazze di vita che danno il titolo alla commedia "Ciao farfall...", qui usato in modo ironico, perche "farfall" è la locuzione italianizzata di "parpai", appellativo dato in Lombardia alle giovani e belle ragazze. La commedia iniziava con una canzone ambientata vicino al Naviglio Grande, scritta da me, musicata dal maestro Roberto Negri è stupendamente interpretata da Anna Priori. Ecco il testo:

All'osteria 'rent al navilli
in mezz alla scighera
gh'è dò tosann de vita
che la vita sann cosa l'è...

La nèbbia poeu la quatta tuttcoss
anca el magon in di òss...
omber che viven de
nòtt tra inconter che sann de nagòtt!

Ciao farfall, se tira giò la cler
incoeu l'è già passaa...
doman... sarà domà doman
ciao tosann, se tira giò la cler.

Passen i tram e 'na filovia
poeu on barcon pien de sabbia...
ma lor hinn semper lì
a cercà on sorris in la nebbia...

Ciao farfall...

Nel 1976 la Stabile Milanese si trasferisce in quello che l'anno successivo diventerà II Teatro dell'Elfo ed inaugura il nuovo spazio con una commedia di Gianni Brera "Mila e mai pù mila" di cui ero il protagonista, poi, dopo le dimissioni di Carletto Colombo e di Franco Friggeri, la compagnia si sciolse, mentre il Teatro Gerolamo, passato sotto la direzione di Umberto Simonetta, con attori come Rosalina Neri, Maurizio Micheli, Ombretta Colli, Riccardo Peroni, Luca Sandri e altri rimase in attività fino al 1983 anno in cui fu chiuso per motivi di sicurezza.

 

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